La sacralità del cibo nella cultura Hindu
di Samnyasini Nirajitananda Giri (Da Induismo nel mondo, rivista trimestrale, n. 2).
Annapurna e la cucina
Nella mitologia indiana, Annapurna rappresenta uno degli aspetti della Devi, è personificata come la dea che “offre il cibo”, e viene venerata come la Madre Divina, colei che può fornire il nutrimento illimitato a tutti gli esseri umani; viene invocata come la fonte eterna di sostentamento, sia materiale che spirituale.
In riferimento a questo mito, in India anche una giovane sposa è chiamata Annapurna, colei che cucina cibo delizioso e lo offre a tutti i membri della famiglia simbolo di prosperità per tutti.
L’atto quotidiano di preparare il cibo, di offrirlo e di nutrirsene è un atto di sacralità che viene vissuto dagli hindu, come ogni altro aspetto della vita. Emerge quindi un aspetto spirituale e sacro del cibo che la cultura indiana valorizza pienamente e che, pur risalendo all’ antica epoca vedica, è tuttora vivo nelle usanze e tradizioni religiose e popolari.
Festa del riso, festa del Pongal
Il cibo è presente durante la celebrazione di numerose festività religiose che si susseguono durante l’anno, in occasione delle quali vengono preparate pietanze e specialità dolci associate in maniera specifica ad ogni divinità e offerte durante la cerimonia.
In India tra le feste popolari, ad esempio, si celebra il Pongal, una festa agreste che dura tre giorni in occasione del primo raccolto di riso all’inizio dell’anno.
Durante tale celebrazione si cucina come buon auspicio del riso dolce, in grandi pentole su un focolare allestito all’aperto.
“Tutte le creature che si trovano sulla terra traggono origine dal nutrimento e da esso sono mantenute in vita. L’alimentazione è un rimedio universale. Coloro che riescono a nutrirsi del Brahman, ottengono ogni forma di nutrimento, fisico, mentale e spirituale” (Taittiriya Upanisad)
L’induismo e il cibo
L’induismo, sia nel suo aspetto filosofico sia in quello religioso e spirituale, pone il cibo (anna) in relazione all’intero universo (purna Brahma) di cui l’essere umano è la miniatura.
Partendo dal presupposto che esiste un’unica realtà in un continuo processo di trasformazione, l’ayurveda afferma che nell’universo non esiste nulla che sia dannoso all’uomo se usato nella maniera adeguata, perché i principi presenti in natura sono gli stessi che sono presenti nell’uomo.
Per ogni cibo esiste il suo naturale antidoto, per cui nessun alimento, in realtà, è dannoso se combinato con quello che compensa il suo effetto negativo per il soggetto.
ll cibo e la dieta
Il cibo ha una fondamentale importanza dal momento che si trasforma in sostanza e in energia. Nelle Upanisad, è detto che il cibo ingerito viene separato nelle sue componenti: la parte solida e la parte liquida vanno a nutrire i tessuti e la componente sottile nutre la mente.
La dieta svolge, quindi, una funzione essenziale nella nostra vita, poiché dal cibo che assumiamo ricaviamo la forza vitale e l’immunità necessarie per combattere le malattie. L’alimentazione, oltre a nutrire il corpo nutre anche la mente e lo spirito.
Poiché la causa della maggior parte dei disturbi è da attribuirsi alla alimentazione, è ritenuto fondamentale l’atteggiamento e il rapporto con il cibo. L’insegnamento degli antichi saggi è inequivocabile: se mangiamo troppo o mangiamo cibo non adatto, il cibo inizierà a “divorarci” nel senso che subiremo danni a volte irreparabili e ammaleremo.
Il cibo come medicina “piacevole”
La sapienza indiana da millenni valorizza l’aspetto sacro del cibo in ogni espressione della vita, nelle ricorrenze religiose, nel simbolismo del rituale, nella quotidianità, e ne è esempio la raffinata abilità di combinare sapori e aromi nei piatti tradizionali indiani.
Allo stesso tempo, la conoscenza medica tramandata dalle epoche più antiche ha fatto dell’alimentazione uno strumento scientifico di guarigione che ritroviamo già nei primi testi di ayurveda ad opera dei due grandi medici Charaka e Susruta, considerati i codificatori di tutta la scienza ayurverdica.
Entrambi danno precise indicazioni e regole da seguire.
È evidente che, nello stile di vita hindu, la componente terrena e quella divina del cibo trovano la loro perfetta sintesi.
Alimentazione per soggetto Pitta
Pitta dosa è associato agli elementi di fuoco ed acqua con la conseguenza di favorire, nei soggetti in cui è dominante una natura impetuosa, una forte quantità di energia e un fuoco gastrico eccessivo.
Nell’organismo Pitta dosa ha la sua sede principale nello stomaco e nell’intestino tenue, ma è presente anche negli occhi, nella pelle, nel sangue, nelle ghiandole sudorifere e nel tessuto adiposo.
La dieta per il soggetto Pitta
La dieta adatta comprende frutta e verdura fresca, facendo però attenzione ad evitare i pomodori che sono riscaldanti, e tutto ciò che può aumentare pitta.
Ricordiamo che pitta è caldo, leggermente oleoso, liquido, fluido; quindi i sapori dolci, amari e astringenti lo alleviano in quanto non contengono l’elemento fuoco.
Predisposizioni del soggetto Pitta
Il soggetto pitta soffre tendenzialmente di: eruzioni cutanee, ulcerazioni, febbre, infiammazioni o irritazioni, coliti, mal di gola, umore che cambia velocemente, stati d’animo come ira, frustrazione, gelosia.
L’ideale per il soggetto pitta è vivere in un clima fresco evitando l’eccesso di calore e di umidità.
Troppo sole, i bagni caldi, gli olii, le spezie, il sale e l’alcol sono molto dannosi poichè aggravano pitta.
Cibi consigliati per il soggetto Pitta
Categoria di cibo | Cibi consigliati |
Cereali | Riso bianco, grano, avena e miglio. Evitare granoturco e riso integrale. |
Legumi | Mung dal, lenticchie rosse, ceci, azuki, fagioli rossi. Evitare: urad dal e piselli verdi secchi. |
Verdure | Si può scegliere fra asparagi, cetrioli, barbabietole, cavolfiori, cavoli, spinaci, lattuga. Evitare: melanzane, patate, pomodori. |
Frutta | Sono indicati tutti i frutti dolci come banane, mele dolci, ananas dolci, fragole, melograni, uva matura, frutti rinfrescanti come l’anguria. Evitare: frutta aspra, agrumi, papaya, mango. |
Latticini | Il ghi è ottimo. Sono consigliati latte di mucca, latte di capra, di soya, yogurt fresco. |
Oli | In piccole quantità olio d’arachidi, di girasole e di cocco. Evitare: olio di mais, di mandorle, di cartamo e di sesamo. |
Spezie | Sono consigliate spezie dolci che hanno un sapore amaro e rinfrescante come i semi di coriandolo, cumino, finocchio, zafferano, menta, e curcuma in quantità moderate. Evitare: spezie piccanti e pungenti come chiodi di garofano, pepe di cayenna, zenzero secco, semi di fieno greco. |
Noci | Cocco fresco o secco in piccole quantità. Evitare: mandorle, noci, anacardi. |
Dolcificanti | Sono consigliati i concentrati di frutta, sciroppo di malto, evitando miele, zucchero bianco, sciroppo d’acero e melassa. |
Curna – Le spezie
Alcune misture di spezie in polvere (curna) possono essere usate quotidianamente per tenere efficacemente il proprio dosa sotto controllo.
I curna possono essere usate in differenti modi:
- Come condimento durante la cottura dei cibi già cotti
- Mescolate alle insalate crude
- Tostate in olio per formare una pasta di curry
- Mescolate con un tè caldo
- Usate per preparare un infuso
Consigli per soggetto Pitta
- Bevete spesso acqua fresca.
- Il caffé e il tè nero vanno evitati.
- Ricordate che i cibi dolci, amari e rinfrescanti sono l’ideale.