Tra gli elementi, quello di cui l’uomo subisce più profondamente il fascino è sicuramente l’acqua. Chi rimane insensibile al dolce, lento scorrere di un fiume, all’irruente fragore di un temporale o ai profondi inquietanti abissi dell’oceano? Proprio per questo formidabile potere, in ogni cultura, le acque sono prepotentemente presenti in miti, rituali e simboli. L’espressione suprema di vita, partorita dalla straordinaria fecondità dell’elemento acqueo, è sicuramente il pesce.

Matsya viene descritto nei Purana (Matsya Purana 1,1, Bagavatha) come uno e precisamente il primo, dei dasavatara di Visnu, il quale assunse la forma del pesce per salvare tutti gli esseri viventi dal diluvio universale. Il mito racconta che Manu Prajapati fece tremende austerità sul monte Himalaya, allo scopo di ottenere un’arca per ospitare e condurre verso la salvezza tutti gli esseri viventi durante il periodo del preannunciato diluvio. Mentre stava offrendo dell’acqua per oblazione, un piccolo pesce cadde nelle sue mani.

Manu, pieno di compassione lo mise in un vaso ricolmo d’acqua, ma il pesce cresceva a vista d’occhio e non poteva essere contenuto in nessun recipiente, vasca o fiume. Lo mise allora nell’oceano, ma il pesce lo coprì interamente. Manu spaventato chiese all’immenso pesce chi fosse veramente. Con suo grande stupore, Visnu gli apparve e gli rivelò che aveva assunto quella forma per esaudire il suo desiderio di avere un rifugio durante il diluvio. Manu Prajapati rappresenta il rinnovatore della vita e promulgatore delle leggi di ordine (rta) e sostenimento etico religioso (dharma) del mondo intero.

Nel culto dei natha siddha, il primo guru umano del parampara viene chiamato Matsyendra. Egli è discepolo dello stesso Siva che lui ascoltò, in forma di pesce, mentre istruiva Parvati nei segreti dello yoga. Matsyendra significa “Dio sovrano dei pesci”, indica il supremo controllo dei sensi necessario al perfezionamento dello yoga. Egli, assieme ai suoi discepoli Goraksha e Chauranginatha trasmise le scienze dell’hatha vidya della scuola natha.

 

PURNA MATSYASANA

Esecuzione:

  1. Porsi in posizione seduta con le gambe distese ed unite, afferrare l’alluce del piede destro e porlo sulla coscia sinistra con il tallone nella parte sinistra dell’inguine, afferrare l’alluce del piede sinistro e porlo allo stesso modo sulla coscia destra. Questa postura è denominata padmasana.
  2. Inarcare il busto all’indietro, poggiare a terra prima il gomito destro poi il sinistro, infine il capo mantenendo la schiena inarcata. Il peso del corpo è distribuito sul capo e sulla zona pelvica.
  3. Afferrare gli alluci
  4. Iniziare una respirazione tranquilla, profonda con ritmo samavritti o savitri. Inizialmente eseguire da tre a sei cicli

Benefici fisici, tutta la parte posteriore del tronco viene estesa, stirata, massaggiata. Il torace è espanso al massimo delle sue possibilità. Il torace è espanso al massimo delle sue possibilità. Le ghiandole della tiroide e il timo sono potentemente stimolate. La peristalsi intestinale viene stimolata e la resistenza e la flessibilità aumentano.

Nello yoga cikitsa, matsyasana e le sue varianti sono un eccellente mezzo di ricondizionamento dell’apparato respiratorio, specialmente per la respirazione toracica mediana. Ottima per trattare problemi di asma e disturbi cronici alle vie aeree.

 

Varianti, se impossibilitati ad eseguire padmasana, si può sostituire con sukasana o siddhasana (gambe incrociate).

 

ARDHA MATSYASANA

Esecuzione:

seduti con le gambe distese, inarcare la schiena indietro appoggiando il peso sugli avambracci, lasciare cadere la testa all’indietro senza poggiarla al pavimento. Mantenere la posizione come descritto nella posizione precedente.

SAPURNA MATSYASANA

Esecuzione:

seduti come nelle precedenti varianti, inarcare il busto all’indietro, poggiare il gomito destro poi il sinistro, infine porre il capo a terra. Poggiare entrambe le mani in namaskaramudra sul torace all’altezza del cuore.

Le forme ardha e sapurna hanno gli stessi benefici della forma purna ma più blandi. Sono comunque un’ottima sequenza soprattutto per il ricondizionamento respiratorio.

Benefici fisici, le forme ardha e sapurna hanno gli stessi benefici della forma purna ma più blandi. Sono comunque un’ottima sequenza soprattutto per il ricondizionamento respiratorio.

Benefici psichici, in tutte le esecuzioni o varianti, viene favorito lo sviluppo di forza di volontà, fede, disponibilità, amicizia, controllo emotivo, simpatia.